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Bishorn 4135m – White out, polvere e fatica

Le due giornate passate sono state interessate da una forte perturbazione atlantica che ha portato sulle Alpi tanta neve. Rimescolati i nostri piani, dopo due giorni di riposo forzato ci troviamo a Zinal (Svizzera) per salire il Bishorn 4135m.

La neve è bassa e ricopre parzialmente i pascoli intorno a quota 2000. La temperatura e l’umidità sono elevate e creano una situazione molto spiacevole di neve fradicia e poco coerente di difficile camminabilità.

Ci alziamo velocemente fino all’altipiano morenico del Turtmann gletscher. Le nuvole non decidono di alzarsi e i raggi solari che entrano, creano un effetto serra molto fastidioso. È caldo, caldissimo e sudiamo molto.

Intravediamo il rifugio lontano, sopra il risalto roccioso che delimita la morena del ghiacciaio.

Con passo lento ma costante, piano piano siamo alla moderna struttura della Cabane de Tracuit 3256m, che con piacevole sorpresa ci offre un locale invernale molto accogliente. Ambiente pulito e riscaldato, qualche coperta e materasso e delle comode crocs.

Per cena abbiamo due “eccezionali” buste di riso disidratato, dell’ottima acqua di fusione da neve e una piccola fetta di dolce per lasciare un buon sapore in bocca.

Trascorriamo la notte al calduccio nei nostri sacchi a pelo, sveglia 4.30, colazione e poi nebbia.

Usciamo dal rifugio, attraversiamo una depressione, ci alziamo su una dorsale e siamo immersi nel bianco. Sopra, sotto, davanti e dietro, white out.

Ci affidiamo ciecamente alla traccia GPS che seguiamo con fiducia fino a quando ci accorgiamo che siamo fuori strada. Un enorme sospetto seracco sopra la testa è il campanello di allarme.

Con un secondo GPS vediamo che dobbiamo traversare completamente il ghiacciaio per raggiungere una lingua al di là di una barra rocciosa. Finalmente siamo sulla traccia corretta.

La neve è tanta anzi tantissima. Si sprofonda fino alle ginocchia. Batter traccia è una pena, il freddo congela le mani e punge sul viso e le energie a poco a poco si riducono drasticamente.

Ad un certo punto compare il sole. La cima del Bishorn fa capolino alla nostra destra.

La tanta neve polverosa e luccicante ora pare quasi più bella.

Col sole l’umore si alza e alle 8.45 siamo in vetta, sci ai piedi. La vista è mozzafiato e la discesa verso la capanna è una goduria. La fatica viene ripagata.

Recuperato il materiale lasciato al rifugio perdiamo quota fino a Zinal, tra crosta,visibilità scarsa e neve bagnata.

1 commento su “Bishorn 4135m – White out, polvere e fatica”

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