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I Combin e il Corridoio della Morte

i combin - scalata delle tre vette del combin

È giovedì (13 Maggio), scesi dal Bishorn, la preoccupazione più grande dopo il mangiare, è trovare una rete wifi free per controllare le previsioni meteo.

Pessime notizie.Venerdì e sabato non saranno gran giornate, solo qualche piccola finestra di tempo discreto, in mezzo a ore di nuvole, brutto tempo e neve.

Arriviamo a Bourg St.Pierre, piccolo abitato ai piedi della valle che porta verso la Cabane de Valsorey e i Combin.

Pianifichiamo di salire al bivacco invernale il venerdì e provare la traversata dei 3 Combin il sabato. Poi in un impeto di foga, io e Nicola ci guardiamo e sorridendo ci chiediamo a vicenda: “gli facciamo in giornata?“.

Un attimo di silenzio, un po’ di perplessità e poi…

Sono le 2 del mattino, la sveglia suona, colazione, frontali accesi e via verso un’altra grande avventura. Al parcheggio ci sono due macchine e fantastichiamo di trovare una bella traccia fatta da qualche altro alpinista.

La valle che entra verso la Cabane de Valsorey è lunga e scoscesa, buia, e un forte vento di caduta mescolato al frastuono del torrente ci tormenta per po’ di tempo.

In poco più di 3 ore siamo alla Cabane. All’interno due signori stanno ancora colazionando pacifici, altro che traccia!

Le condizioni della montagna paiono buone, sono le 6, il cielo è sereno, e con il nostro fornelletto ci prepariamo del thè caldo prima di iniziare la scalata della parete sud-ovest che porta in vetta al primo dei 3 Combin: Combin de Valsorey 4184m.

Picca e ramponi, la neve non è così portante, si sfonda e si fa fatica. Verso le 10 il cielo si chiude, tutto grigio, e inizia a nevicare. In vetta la visibilità è scarsissima.

Dopo la foto di rito, scendiamo in direzione Combin de Grafeneire 4314m. Ramponi ai piedi e sci sempre sullo zaino. Non si può rischiare, siamo soli e isolati, e se succede qualcosa, con il brutto tempo non viene a cercarci nessuno.

La salita al secondo Combin è facile, poco prima della vetta troviamo una stazione meteo piena di galaverna.

Foto e giù. La scarsa visibilità rende complicata l’individuazione della traccia migliore. Tra tanta neve fresca e qualche crepaccio qua e là, riusciamo a scendere e individuare il passaggio del Mur de la Côte, un ripido passaggio di ghiaccio.

Ci dirigiamo dunque verso il terzo ed ultimo Combin: Combin de la Tressette 4135m.
Dunque è fatta, basta solo scendere.

Sembra una passeggiata, passi dal “Corridor” stai attento ai seracchi, e via in un attimo sei nel ghiaccio del Meitin.

Magari…

Visibilità 0, nevica e c’è tanta tanta tanta neve fresca che copre tutto. Siamo legati, in mezzo a tutto quel bianco abbiamo quasi la nausea, siamo disorientati e il GPS fa un po quello che vuole.

Scendiamo lentamente in direzione del “Corridor”, sulla carta un vero e proprio corridoio che passa sotto enormi seracchi e sfocia nel pianeggiante ghiaccio sottostante dopo 500m di dislivello.

Non è per nulla facile capire dove siamo e dove dobbiamo andare. Il “Corridor” soprannominato da noi Corridoio della Morte, è un immensa vastità di buchi, crepacci e salti di ghiaccio. La neve fresca ci confonde e la visibilità scarsa ci costringe a proseguire troppo lentamente.

Sopra di noi incombono muri di ghiaccio spaventosi, che potrebbero scaricare da un momento all’altro. Troviamo un varco in mezzo al labirinto bianco. La corda è tesissima, come i nostri nervi. L’ansia è palpabile.

Giù, giù, giù, metro dopo metro e guadagnamo il piano glaciale del Meitin.

Non è ancora finita.

Risaliamo al Colle del Meitin che svalica nella valle da cui siamo saliti. Con le ultime energie scendiamo in picchiata verso la Cabane de Valsorey, dove avevamo lasciato il fornelletto.
Sciogliamo un po’ di neve, beviamo un brodo e giù di nuovo verso valle.

Più di 2700m di dislivello e condizioni non da confort zone, hanno reso l’avventura dei Combin una grande giornata di alpinismo.

1 commento su “I Combin e il Corridoio della Morte”

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