Dopo il fortissimo vento di ieri ci svegliamo al chiarore di una quieta alba che ci accarezza dalla finestra del rifugio.
Sono le 6.00 del mattino, fuori tutto pare calmo e sereno. Abbiamo deciso dì fare colazione con calma e partire con il sole.
Controlliamo le previsioni meteo e i siti propongono una situazione migliore di quella prevista il giorno prima.
Decidiamo di portarci l’attrezzatura necessaria per provare a salire la cresta che percorre Zumstein, Dufour, Nordend, che sono le 3 vette più alte del Monte Rosa.
Al rientro dalla cresta, l’idea, sarebbe quella di salire le altre 5 vette di 4000m prima di scendere alla Capanna Gniffetti.
Partiamo e come sempre è tutto da tracciare. Il cielo è terso e i Lyskamm ci guardano imponenti. L’ambiente che ci circonda è spettacolare e in breve siamo al colle del Lys.
Dalla Svizzera stanno salendo altre cordate, mentre noi proseguiamo in direzione Zumstein.
Il vento inizia a rinforzare, pochi attimi e tutto torna a urlare. Pinnacoli di neve si sollevano dalla Zumstein e al colle tra la Punta Gniffetti e la Zumstein Spitze è difficile stare in piedi.
Pensare di dover affrontare la cresta che porta alla Dufour con quel vento è aberrante.
Prendiamo subito la decisione di posticipare all’indomani la traversata e focalizziamo le nostre energie per salire le altre vette che compongono il nostro tour sul Monte Rosa.
Saliamo subito la Punta Gniffetti 4554m, ramponi ai piedi. In vetta sorge il rifugio più alto d’Europa, Capanna Margherita.
Entriamo nel locale invernale per ristorarci qualche minuto a riparo dal vento, mentre fuori tutto soffia.
Torniamo agli sci, via le pelli e giù verso la sella sotto Punta Parrot. Togliamo nuovamente gli sci, calziamo i ramponi e saliamo in vetta 4436m. La cresta di neve e ghiacciaio è affilata.
Dobbiamo stare attenti alla debole e inconsistente cornice che guarda la Parete Est, sbagliare passo non è previsto.
Scendiamo e puntiamo alla Ludwigshohe 4341m, sci ai piedi. La salita è breve, dalla sella tra le due cime ci sono solo 60m di dislivello.
Arriviamo in vetta ramponi ai piedi e scendiamo sul lato opposto in direzione Corno Nero.
Alla base del Corno depositiamo sci, bastoni e zaino. La breve, ma ripida parete è completamente ghiacciata.
Il ghiaccio è di colore azzurro intenso e duro persino per le viti che siamo costretti a infissare per proteggere la progressione.
In vetta 4322m, la grande statua della Madonna ci accoglie, mentre tutt’intorno il cielo si fa grigio e il vento continua a soffiare.
Discesi sfruttando una corda doppia, rimettiamo gli sci per raggiungere l’ultima cima della giornata.
Alla base della Piramide Vincent notiamo con perplessità che il forte vento di questi giorni ha spazzato completamente tutta la neve.
Saliamo con gli sci su uno specchio lucido di neve e ghiacciaio.
In vetta 4215m, facciamo l’ultima foto di giornata.
Abbiamo salito 5 4000m, è la seconda settimana di viaggio e siamo a 16 di 82.
