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Piz Bernina – Scialpinismo di classe in Engadina

Martedì 1 Giugno, siamo a Grindelwald, abbiamo appena terminato il tour scialpinistico dell’Oberland.

Il sole splende e nel piazzale della funivia, il Terminal, fa caldissimo. C’è la connessione WiFi Free e ci soffermiamo a guardare il meteo per la settimana.

Le previsioni non sono buone, pare che un fronte caldo sia in ingresso da ovest sulle Alpi e che porterà con se nuvole, pioggia e temporali in alta quota fino a 4000m e tanta instabilità.

Abbiamo però ancora una finestra di tempo bello e stabile sul 4000 più orientale delle Alpi e decidiamo di dirigerci verso il Piz Bernina.

Da Grindelwald è un viaggio abbastanza lungo.

Con il Grimsellpass chiuso, dobbiamo circumnavigare mezza Svizzera, passare da Luserna, sfiorare Zurigo e poi via verso il Julienpass che ci porta nella valle incantata di Saint Moritz.

Viaggiamo tranquilli e decidiamo di fermarci a dormire lunga la strada, il mercoledì sarà una giornata calda e nuvolosa, mentre giovedì 3 giugno sarà il giorno più favorevole per salire il Bernina.

Il mercoledì passa lento, trascorriamo la giornata a scrivere appunti, leggere e sistemare un po’ di cose.

“Non c’è riposo che stanca” dice sempre mia suocera, e non ha tutti i torti…

È giovedì, 2.00 del mattino, la sveglia suona, giù dalle brande! Esco dal furgone e nel cielo buio della valle del Morteratsch brillano le stelle.

Colazione abbondante, sci e scarponi sullo zaino e via veloci con le scarpe da trail lungo il sentiero che si addentra in direzione della Capanna Boval.

Dopo circa 4 km pianeggianti, iniziamo a salire la caotica morena che porta al ghiacciaio.

La neve, perfortuna, è ancora bassa e a quota 2200m riusciamo a mettere gli sci.

Percorriamo ancora un altro pezzo pianeggiante, questa volta sul ghiacciaio del Morteratsch, fino al grande pendio molto tormentato da seracchi e crepacci che sale verso la Fortezza.

La tanta neve e il perfetto rigelo ci permettono di salire velocissimi, senza problemi e pensieri.

In alcuni anni la conformazione dei crepacci/seracchi non permette nemmeno il passaggio degli alpinisti. Utilizziamo i rampant, perché la neve è molto ghiacciata e il pendio molto ripido.

Saliamo fino al Buuch, quota 3225m, dove ci abbassiamo un 60-70m di dislivello, per immetterci nella lingua centrale del ghiacciaio, proprio sotto il Bernina che all’alba si colora di giallo oro.

Intorno a noi regna solo il silenzio e la quiete della montagna ci trasmette tanta energia e serenità.

Alle 6.40 del mattino vediamo sotto di noi il tetto del Rifugio Marco e Rosa.

Siamo in prossimità della cresta finale, dove si uniscono in una sola traccia la Via Normale Italiana e quella Svizzera.

La salita alla vetta presenta una super traccia, si evitano quasi del tutto le rocce per affrontare un grande traverso che percorre parallelo sopra alla crepaccia terminale, attraversando tutto l’anfiteatro che porta alla cima.

Sono le 7.58, il sole slende nel cielo blu dell’Engadina, la temperatura è già calda, quasi troppo, e noi festeggiamo sulla vetta del Piz Bernina 4049m, il nostro 30esimo 4000.

Siamo quasi stupiti dell’ora, abbiamo salito il Bernina dal parcheggio del Morteratsch in meno di 5 ore, ma siamo molto contenti perché la neve sotto la cima è già bagnata.

Scendiamo, Nicola decide di partire dalla cima con gli sci ai piedi, surfando un meraviglioso canalino che passa sotto la terminale.

La parte bassa del ghiacciaio presenta ancora neve dura, e usciamo velocossimi dal caotico castello di seracchi che ci circondano.

Alle 9 siamo alla morena, recuperiamo le nostre scarpe da trail e rimettiamo gli sci sullo zaino.

Siamo felici, una splendida giornata e una grande vetta riempiono il nostro umore di positività.

Per oggi non resta altro che tornare al furgone, rilassarci, mangiare qualcosa di buono e fare un bagnetto nelle gelide acque che scendono dal ghiacciaio per lavare dalla pelle sudore e stanchezza.

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